di Americo Tangredi
MAGLIANO DEI MARSI – “Orbene ad un povero incontrato sulla porta di Amiens, che si era rivolto a lui, divide in parti uguali il riparo della clamide e con fede fervente lo mette sulle membra intirizzite. L’uno prende una parte del freddo, l’altro prende una parte del tepore, fra ambedue i poveri è diviso il calore e il freddo, il freddo e il caldo diventano un nuovo oggetto di scambio e una sola povertà è sufficientemente divisa a due persone. Certamente lo stesso creatore si divide una copertura con questa veste e la clamide di Martino protesse Cristo con un riparo”.
Quello che abbiamo appena letto è tratto dal libro I° della Vita di San Martino scritto da Venanzio Fortunato in cui si narra l’episodio più famoso della vita del santo. In questo articolo parleremo dell’importanza della figura di questo santo nella storia religiosa e civile di Magliano dei Marsi. Per prima cosa togliamoci di mente che san Martino sia il “protettore” dei fedifraghi – mai cosa di più errato- e ricordiamolo per quello che è stato: colui che aiuta chi si trova nelle difficoltà.
Il culto di San Martino a Magliano dei Marsi è molto antico ed era ben radicato nel dna della popolazione tanto da dedicargli un convento, sito in località denominata Carce – dove attualmente sorge il cimitero di Magliano- che aveva il titolo di parrocchia del paese, fino alle soglie del 1600 quando divenne parrocchia la chiesa di Santa Lucia. Il sisma del 24 febbraio del 1904 e quello terribile del 13 gennaio del 1915 fecero cessare l’esistenza di tale struttura ma non la fede nel cure dei maglianesi.
Nella sera dell’11 novembre, tra i vicoli di Magliano si sentiva l’odore di pizza gialla, fatta con la farina del mais – marrocca in dialetto maglianese- odore di salsicce e broccoletti, di castagne cotte e si beveva il primo vino novello. Casomai si ironizzava su coloro che portavano il nome del santo di Tours: “Martino ci sarai tu che si cornuto” una delle tante frasi dette in quelle occasioni. Passano gli anni, ma alcune tradizioni permangono, come quelle dal lato culinario.
Qualche anno fa, mentre si restaurava la maestosa chiesa di Santa Lucia, venne scoperto un bellissimo affresco nella lunetta sovrastante il portone centrale della facciata. Successivamente al restauro vennero fuori tre figure: al centro la Madonna con Bambino, Santa Lucia riconoscibile dal piattino con gli occhi ed il santo Vescovo Martino. Contemporaneamente al restaurato della chiesa, in un vano del campanile è stato ritrovata una statua molto rovinata dall’incuria e dal tempo. Avendo l’aspetto di un vescovo si è pesato che fossero le effigi di san Emidio, protettore dai terremoti ma si sbagliarono. Era San Martino che in qualche modo ritornava ufficialmente nella religiosità maglianese.
Anche quest’anno si è ripetuta la festa di San Martino con una solenne celebrazione eucaristica alla quale è seguita una processione lungo il giro di Tornoterra luogo in cui sorgeva la Magliano antica. A termine della processione, la Pro Loco di Magliano ha offerto castagne cotte alla brace a tutti coloro che hanno partecipato alla solennità.