di Roberta Placida
AVEZZANO – Lunedì 13 agosto a Pescasseroli, in piazza Sant’Antonio, dalle ore21.30 verrà presentato un nuovo progetto musicale e teatrale organizzato da Valerio Conti e Riccardo Ballerini, che ha come tema L’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Il progetto prevede la rivisitazione in chiave jazz e l’esecuzione dei nove brani scritti da Fabrizio De Andrè del disco “Non al denaro, non all’amore, né al cielo”, concept album del 1971 ispirato ad alcune poesie tratte appunto dall’Antologia di Masters.
I nove brani saranno intervallati da altri undici testi dell’Antologia di Spoon River recitati in prosa da attori quali: Alessandro Haber, Flavio Bucci e Flavio Pistilli.
L’Antologia di Spoon River è una raccolta di poesie ambientata in un cimitero, in cui i morti parlano e si raccontano. È una umanità variegata, quella dipinta da Lee Masters e perlopiù sconfitta. Fabrizio De André ne ha musicato nove poesie, rendendole, a volte, più belle degli originali. A proposito del suo lavoro Faber dice: “Spoon River l’ho letto da ragazzo, avrò avuto diciott’anni. Mi era piaciuto, e non so perché mi fosse piaciuto, forse perché in questi personaggi ci trovavo qualcosa di me. Soprattutto mi ha colpito un fatto: nella vita, si è costretti alla competizione, magari si è costretti a pensare il falso o a non essere sinceri, nella morte invece i personaggi di Spoon River si esprimono con estrema sincerità, perché non hanno più da aspettarsi niente, non hanno più niente da pensare. Così parlano come da vivi non sono mai stati capaci di fare”.
“La collina” è la prima canzone dell’album. Essa è, come detto, un cimitero in cui riposano i personaggi che hanno popolato quei luoghi e a cui sarà data la parola: grandi e piccoli, potenti e ultimi, felici e disperati. Lee Masters e Faber nell’apertura ne nominano alcuni, in una sorta di macabro appello: tutti morti da vittime: del lavoro, della prigione, dell’amore (quando esso si trasforma in possesso), della ferinità dell’uomo. L’unico morto di morte naturale è anche l’unico in tutta la canzone e in tutto l’album ad essere indicato con l’articolo determinativo e il nome: è Jones il suonatore, l’unico degno di essere ricordato e preso come esempio, l’unico vissuto fino a novant’anni, l’unico a non essere morto di morte violenta, l’unico che “con la vita avrebbe ancora giocato”. Il privilegio di Jones nel concept si spiega tenendo conto del pensiero di De André e del suo rapporto con il potere: Jones è un uomo libero, “lui che offrì la faccia al vento, la gola al vino e mai un pensiero non al denaro, non all’amore, né al cielo”. Non si è mai lasciato condizionare da alcun potere, sia esso economico o religioso, ed è l’unico a poterci ancora dire qualcosa: infatti, mentre tutti gli altri “dormono dormono sulla collina… lui sì, sembra di sentirlo, cianciare ancora delle porcate, mangiate in strada nelle ore sbagliate…”.
E il grande Faber e il suonatore Jones rivivranno nel progetto teatrale e musicale di Valerio Conti e Riccardo Ballerini.
La formazione musicale, composta da cinque elementi, vede:
Michele Ascolese alla chitarra, Musicista eclettico, chitarrista autodidatta e versatile, con una grande passione per la musica brasiliana, anche se nel suo repertorio si sono accumulati e mescolati molti suoni diversi, tra cui anche quei particolari accenti etnico-jazzistici degli esordi, quando suonava in gruppi come i Mandrake Son e Spirale, e che in seguito sono diventati caratteristici della cosiddetta musica mediterranea.
Inizia la sua attività professionale nel 1985 come membro del gruppo di Ornella Vanoni , partecipando alla tournee “insieme” con Gino Paoli.
Questa rappresenta la prima di una lunga serie di collaborazioni che fanno di Michele Ascolese uno dei più completi ed apprezzati session man del panorama musicale italiano. Entrato di prepotenza nel mondo della musica italiana , ha “viaggiato” nel corso degli anni accanto a numerosi artisti :
Ornella Vanoni, Gino Paoli, Sergio Caputo,Roberto Vecchioni, PFM, Teresa De Sio, Angelo Branduardi, Fabio Concato, Eduardo De Crescenzo, Renato Zero, Eros Ramazzotti, Tullio De Piscopo,Bungaro etc……
Per anni è stato collaboratore stretto e preziosissimo di Fabrizio De Andrè .
Ha al suo attivo un CD “25°” distribuito dalla Polygram.
Nel 1997 dà vita al gruppo “Ondabuena Hotel”, con il quale incide il CD omonimo e partecipa nel 2003 al trentennale di Umbria Jazz .
Con la stessa ritmica affronta una nuova avventura musicale, incidendo per la III Millennio il CD Iguazù Project (2005).
Toni Armetta al basso, svolge intensa attività concertistica collaborando con formazioni cameristiche, sinfoniche, jazz, fusion, pop, latin e con importanti musicisti di fama internazionale, tra questi: Ian Carr, R Kenjatta, Scott Henderson, Randy Brecker, E. Soaraz, James Earl, U. Napolitano, R. Ballerini, A Vannucchi, A. Cappelletti, R.Otttaviano, G. Munari, S. Genovese, C. Santucci, Horacio Hernandez, J. Girotto, A. Salis, R. Ciammarughi, M. Pagani, A. Alberti, A. Bocelli, M. Nava, M. Castelnuovo, F. di Giacomo, Banco del mutuo soccorso, Amy Stewart, Gianni Ferrio, Irio de Paula, Stelvio Cipriani, Karl Potter, Rudi Maltese, Paolo Pallante, Daniele Formica, Accademia Nazionale di Danza, Accademia Filarmonica Romana e altri.
Alla batteria Claudio Mastracci. Dal ’93 in poi si divide tra Stati Uniti ed Italia, dove torna sempre più frequentemente per partecipare ad un’innumerevole serie di produzioni televisive con le varie orchestre della RAI e del gruppo Mediaset , quali : Fantastico, Scommettiamo che?, L’Altra Domenica, La Corrida (ediz.’91,’92,’95,’97,’02,’03), San Remo Festival ‘87, Domenica In, Davids di Donatello 1998, San Remo “Premio Tenco 1998”,Vela d’Oro- Riva del Garda , Carramba che sorpresa 2002, Serata d’Onore 2008 (Rai 1), Novecento 2010(Rai 3), Domenica In (Edizione 2016/17); ecc; come pure a registrazioni e tournee con vari artisti di musica leggera, italiani e stranieri; tra i molti con i quali ha lavorato vanno citati : Fabio Concato, Sergio Caputo, Eduardo De Crescenzo, Michael Bolton, Mike Francis, Rettore, Patty Pravo, Loredana Bertè, Renato Zero, Dionne Warwick, Cristian De Sica, Gigi Proietti, Tony Esposito, Donatella Ruggero, Andrea Bocelli, Lucio Dalla, Albano Carrisi, Giuseppe Di Stefano, Giorgia, Fiorella Mannoia, Gino Paoli, Sergio Cammariere, Sal Da Vinci, Nek, Michele Zarrillo, Tony Hadley, Fausto Leali, Ha lavorato con alcuni dei più famosi direttori di orchestra come: Bruno Canfora, Gianni Ferrio, Louis Bacalov, Roberto Pregadio, Pippo Caruso, Gianfranco Lombardi,Bruno Biriaco, ecc. La sua spiccata versatilità, unita ad un vasto bagaglio multistilistico, gli hanno permesso di collaborare negli Stati Uniti ed in Europa con artisti dell’area prevalentemente jazzistica; fra tutti si evidenziano : Oscar Valdambrini, Dino Piana, Randy Brecker, Scott Henderson, Gilberto Gil, Chuck Mangione, Jeff Andrews, Walter Booker, Toto Torquati, Mark Soskin.
Alla voce Valerio Conti, ha potuto affinare le sue doti musicali e canore con rinomati maestri quali: Mauro Augustini, Katleen McCalla, Marco Balderi.. Vanta collaborazioni con: Gianfranco Continenza, Ellade Bandini, Achille Succi, Stefano Marazzi, Ivan Ricchiuto, Massimo Moriconi, Massimo Manzi, Massimiliano Pitocco.
Gli arrangiamenti del progetto sono a cura di Riccardo Ballerini: ha collaborato con:
Frank Gambale, Scott Henderson, Randy Brecker, Dominique Di Piazza, David Baker, Irio De Paula, James Earl, Karl Potter, Rosario Giuliani, Danilo Rea, Joy Garrison, Michele Rabbia, Massimo Moriconi, Umberto Fiorentino, Giuseppe Continenza, Dario Rosciglione, Giorgio Rosciglione, Eddy Palermo, Francesco Puglisi, Toni Armetta, Sandro Satta, Claudio Mastracci, Walter Martino e molti altri