di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – Situazione occupazionale ed industriale alla LFoundry, le segreterie nazionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil hanno chiesto un incontro ufficiale al Ministero dello Sviluppo economico a Roma.
La vicenda ha preso le mosse, una decina di giorni or sono, quando la LFoundry ha fatto recapitare a 56 lavoratori a tempo determinato, una comunicazione messaggini Whatsapp e poi in forma ufficiale e di rito, riguardante la conclusione del loro rapporto di lavoro con un laconico “Fermati”. I sindacati, ma anche parte del mondo politico regionale e locale, ha sollevato il problema ed ha chiesto di vederci chiaro con questa storia.
I sindacati, ora, hanno deciso di chiedere di portare a livello nazionale la vicenda con un vertice da tenersi al Mise. Questa la breve richiesta inviata a Roma: «Con la presente le scriventi Segreterie Nazionali sono a richiedere un incontro per la società in oggetto per verifica situazione aziendale, sulle necessarie garanzie di salvaguardia occupazionale e alle prospettive industriali. Porgiamo distinti saluti – Segreterie nazionali Fim-Cisl Nicola Alberta, Fiom-Cgil Roberta Turi e Uilm-Uil – Michele Paliani».
L’incontro dovrà chiarire non solo la vicenda di questi contratti a termine, ma anche quale è ‘effettiva situazione della LFoundry di Avezzano e quali le prospettive di lavoro, di investimento, di occupazione e possibilmente di sviluppo. La politica locale sul tema lavoro, a parte qualche dichiarazione di facciata, si è dimostrata latitante e disattenta, ne sono dimostrazione altre situazioni come quella della ex Olicar e dell’ex Crab oltre alla totale mancata ripresa delle zone industriali e commerciali non solo di Avezzano ma di tutto il comprensorio.
È necessario un cambio di passo e di stile con persone che abbiamo innata, prima di ogni altra cosa, la sensibilità per il lavoro e di ciò che esso rappresenta per i singoli individui e per ogni comunità. Ma questa, purtroppo, è un’altra politica. Roba vecchia, insomma, d’altri tempi. Ci piace concludere con una frase di Pino Aprile che sintetizza brillantemente il momento attuale: «Per uccidere un uomo, non serve togliergli la vita, basta togliergli il lavoro».